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I Giardini

I giardini di Villa Le Corti raccontano tutte le epoche di questa storica dimora, dal Seicento a oggi. Una sequenza ininterrotta di prati e boschetti, tra alberi imponenti e geometrie di bosso, tra colori e profumi. Il restauro del 2023, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha riportato i giardini al loro originario splendore.

I Giardini

I giardini di Villa Le Corti raccontano tutte le epoche di questa storica dimora, dal Seicento a oggi. Una sequenza ininterrotta di prati e boschetti, tra alberi imponenti e geometrie di bosso, tra colori e profumi. Il restauro del 2023, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha riportato i giardini al loro originario splendore.

Il Prato

Con un’area di 11.000 metri quadrati, il pianoro che circonda la Villa è la parte più antica dei giardini. Seicentesca realizzazione ardita e visionaria, il Prato ricopre i tre piani sotterranei delle immense cantine: un giardino pensile ante litteram, un “tetto verde” rinascimentale.
Con la sua ampiezza e la sua forma quadrata, questo vasto tappeto verde, sostenuto su tutti i lati da un lungo e possente muro di contenimento in pietra, esalta l’essenziale monumentalità della Villa, secondo un caratteristico modello riscontrabile anche in altre importanti ville toscane. Dal Prato, lo sguardo si allarga sul caratteristico paesaggio del Chianti Classico, dove si susseguono vigneti, uliveti e boschi.

Il Giardino all'Italiana

Già indicato negli antichi cabrei, questo giardino segue il tradizionale disegno geometrico che ha origine nel Rinascimento italiano. Diviso in quattro settori e completamente circondato da muri come un piccolo Giardino Segreto, ha l’incanto – e la fragranza – di un’elaborata composizione di arte topiaria impreziosita da molte specie di fiori. I quattro compartimenti rettangolari sono interamente bordati e attraversati, lungo le due diagonali, da grandi siepi di bosso: al centro, le 16 aiuole triangolari ospitano una collezione di rose antiche e profumatissime, e quattro alberelli: due diosperi, un ulivo e un melo da fiore. Tutt’intorno, nelle bordure lungo i muri, lavande e peonie e, sulle pareti di pietra, glicini e capperi.

I Giardini romantici

Voluti da Don Tommaso Corsini, VI principe di Sismano, alla fine dell’Ottocento, sono due ampie zone boscose popolate di specie mediterranee, attraverso le quali si snodano i lunghi e sinuosi sentieri tipici dei giardini cosiddetti “all’inglese”. Realizzati secondo la moda del giardino romantico fin de siècle, si contrappongono al Giardino all’Italiana per il loro carattere assolutamente naturalistico. A ponente vi è il giardino di Don Tommaso, più ampio e alberato, dove crescono annosi alberi di corbezzolo, allori e viburni; a levante è il giardino dedicato alla sua consorte, Donna Anna, dal quale si gode il bellissimo panorama del paesaggio circostante, incorniciato da antichi e altissimi pini domestici, dalla caratteristica chioma ad ombrello.

Il Viale dei Cipressi

Il Viottolone: noto per secoli con questo nome, l’imponente viale di cipressi fu realizzato, a partire dal 1697, secondo il progetto del grande architetto e scultore Giovan Battista Foggini. Lungo oltre mezzo chilometro, in asse con la Villa, fu voluto da Filippo Corsini, letterato e amante delle arti, per dare un nuovo accesso monumentale alla proprietà, da nord. A metà del percorso, il tracciato del viale devia per centrarsi sul portale della Villa. Al centro di un’ampio rondò sorge una grande statua che funge da punto focale da entrambi gli ingressi al viale. I cipressi sono così alti e maestosi da essere visibili a grande distanza: un segno distintivo e caratteristico nel paesaggio di San Casciano.

L'orto e il pomario

Come nelle cantine anche nell’orto e nel frutteto tradizione e innovazione sono le parole d’ordine che favoriscono l’armonioso incontro tra passato e presente. Varietà antiche e moderne di ortaggi crescono nei nuovi cassoni rialzati, che si allineano lungo un’aiuola centrale che riprende l’asse dell’inteno complesso. Lo stesso accade anche per gli alberi da frutto: accanto a quelli preesistenti, il restauro ha permesso l’inserimento di nuove varietà di epoche e di provenienze diverse. Qui come in cantina, il rispetto del territorio guida ogni scelta: verdure, erbe e fruttiferi sono coltivati con metodi biologici che utilizzano tecniche antiche insieme a tecniche innovative, seguendo i cicli della natura.

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